PROGETTI E MOSTRE
- Tin Soldiers (gen-feb 2018 IDEAMI4 Milano)
L’inconscio collettivo conserva da millenni la nozione di guerra intesa come azione di attacco e difesa mossa dalla paura dell’assoggettamento, da vendette o dal desiderio di conquista e prevaricazione.
Sembra che la coscienza umana e la memoria del passato non siano ancora mature al punto di poter analizzare gli eventi con una più profonda comprensione.
Elena Siniscalchi, nella sua serie “Tin Soldiers”, stampe su carta giapponese, ci suggerisce una riflessione distaccata sulla guerra, un’osservazione sulla storia attraverso un giocattolo-simbolo della tradizione.
A differenza della precedente serie “Hockey Players”, in cui la fotografa immortalava uno scambio e una danza tra giocatori analizzandone la ritualità del gesto, qui abbiamo come protagonisti degli oggetti e si pone l’accento sulla loro staticità e finzione.
Il soldatino di piombo qui non è altro che una metafora dell’uomo, un’immagine poetica, un’icona del nostro immaginario.
L’esposizione presenta dunque un antieroe, che, come “L’intrepido soldatino di piombo” di Andersen, mostra il limite nella sua forma che non gli consente una vera e libera comunicazione. Allo stesso modo gli uomini, spesso sono rassegnati in un ruolo che non permette loro di accedere a una dimensione più libera e di vero scambio tra le parti perché identificati o costretti in un assai più limitato ruolo.
http://vivimilano.corriere.it/eventi-artecultura/elena-siniscalchi-tin-soldiers/
- Hockey Players ( feb mar 2016, RAW Milano).
Le immagini fotografiche riprese in spazi aperti e luce naturale, colgono un silenzioso discorso tra i giocatori di Hockey, i quali si sincronizzano e si contrappongono tra loro con eleganza e leggerezza in uno spazio senza tempo.
Nel ghiaccio bianco le loro silhouettes sono armoniosi ideogrammi che appartengono all’ immaginario collettivo. Esse si imprimono sullo spazio bianco come fossero antiche rune o pittogrammi, creando cosí una continuitá tra la comunicazione non-verbale vissuta e visibile e la comunicazione scritta.
La mimica e la gestualitá come pure la voce e i suoni, s’imprimono nell’inconscio come l’ichiostro sulla carta come se fossero la prima lettera del nostro alfabeto.
http://vivimilano.corriere.it/eventi-artecultura/hockey-players-elena-siniscalchi/
- Voci dal silenzio, sentire con lo sguardo , Spazio Oberdan, Milano sett-ott 2011
L’autrice volge lo sguardo alla lingua dei segni.
Quaranta ritratti di bambini che raccontano fiabe come cappuccetto rosso, esprimono sentimenti e concetti astratti.
I protagonisti utilizzano un linguaggio iconico completo di grammatica e sintassi che rivela l’origine del linguaggio e della comunicazione.
-http://www.gdapress.it/it/index.php/16832/arte/voci-dal-silenzio-sentire-con-lo-sguardo-i-sordi-e-la-lingua-dei-segni-allo-spazio-oberdan-milano.html
-http://www.associazioneculturaledioniso.it/documents/Voci_dal_Silenzio.pdf
-Mothering and mirroring é un progetto non ancora esposto sulla comunicazione infantile.
Il filo che lega madre e figlio é uno specchio invisibile: l’una é lo specchio dell’altro in un gioco di simbiosi e reciprocitá che permette loro di iniziare una comunicazione senza parole.
Le immagini cercano l’intimitá di un discorso appena iniziato. Esse entrano nello spazio infinito di due esseri estranei che imparano a conoscersi attraverso il gesto.
I gesti seguono una ritualitá, uno schema guidato dalla madre all’inizio.
Per capirsi madre figlio giocano ad idenificarsi l’uno con l’altro. Le espressioni del loro volto sono spesso allineate e mostrano un umore simile.
Il volto materno é una sfera complessa di segni che il bambino impara presto a interpretare.
- Autismo InsideOut é un progetto che riguarda un gruppo di persone “invisibili” e la loro pura e profonda coscienza: il mondo nascosto dell’Autismo.
L’obiettivo della mostra è di sfatare l’idea comune secondo cui le persone autistiche non comunicano e sono chiuse dietro a un muro di cristallo, offrendo al pubblico le immagini delle espressioni e dei tanti piccoli gesti quasi invisibili che compongono il loro linguaggio non-verbale.